Montepulciano d’Abruzzo e Negramaro

Portabandiera dei vini abruzzesi, il Montepulciano d’Abruzzo è tra i primi tre vini rossi Doc prodotti
in Italia. Il Negramaro non è da meno: simbolo della Puglia, in particolare del Salento, ha persino dato il nome a una band                       
 

Montepulciano d’Abruzzo, il vino dei condottieri

Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino dal colore rosso intenso (con tendenza al granato con l’invecchiamento), che sprigiona aromi di mora, viola, spezie, frutti rossi e liquirizia. Al gusto è di medio corpo, morbido, asciutto, tannico e, nel complesso, molto piacevole.
Si narra che Annibale, il famoso condottiero cartaginese, abbia tenuto sotto scacco Roma anche grazie al Montepulciano d’Abruzzo, con cui rinvigoriva uomini e cavalli. Il suo nome spesso è vittima di un errore, infatti, il Montepulciano d’Abruzzo viene confuso con il Vino Nobile di Montepulciano: il primo  è abruzzese prodotto con l’omonimo vitigno, il secondo è vinificato da un’antica selezione clonale del vitigno Sangiovese detto Prugnolo Gentile ed è toscano.

Una variante è il Montepulciano Cerasuolo, da cerasa, ciliegia, un vino ottenuto da una veloce macerazione. Rosato, delicato, profumatissimo, ha tutta la sontuosità del Montepulciano, ma è più fresco. Molto versatile, indicato per un’infinità di abbinamenti, dalla carne al pesce a tutto pasto. Perfetto
con il cibo indiano.

Abbinamento cibo-vino Il Montepulciano d’Abruzzo giovane si abbina alla perfezione a grigliate di carne suina e ovina, con salumi e primi piatti con sughi saporiti. I vini più vecchi trovano il matrimonio ideale con arrosti di carne, stufati, cacciagione e formaggi stagionati. È un vino perfetto per i formaggi Pecorini, di stagionatura crescente di pari passo con l’invecchiamento del vino.
Temperatura di servizio 14-16°C

Negramaro, il vino che diventa musica

Il Negramaro ha un intenso colore rosso rubino-granato scuro, con riflessi quasi neri, profumo intenso e fruttato, che richiama piccoli frutti a bacca nera, con leggeri sentori di tabacco o di cuoio, ma potreste ritrovare anche ciliegia sotto spirito e pepe. In bocca è morbido e caldo, tannico, leggermente amarognolo, pieno, asciutto e rotondo.
L’origine del nome Negramaro è tuttora controversa ed esistono due principali interpretazioni: la prima vuole che il nome derivi dal dialetto locale “Niuru Maru” che significa “nero amaro” (e il vino infatti è scuro e leggermente amarognolo); la seconda lo fa derivare dai termini “niger” e “mavros” che significano in latino e in greco “nero”, quanto il profondo colore di questo vino.  Quella di Negramaro, con cui viene prodotto il vino omonimo, è un’uva versatile, molto utilizzata anche per la vinificazione in rosato.

Oltre a essere vinificato in purezza, è molto noto anche nella denominazione Salice Salentino Doc, che per disciplinare è ottenuto attraverso un blend di uve Negroamaro all’85% e Malvasia Nera al 15%, un uvaggio che consente di smussare le tipiche note amarognole del Negroamaro.

Abbinamento cibo-vino Ottimo a tutto pasto, si accompagna bene ai piatti tipici della tradizione salentina come, ad esempio, le polpette al sugo, l’agnello alla brace, la zuppa di ceci e gli gnomerelli (tradizionali involtini di frattaglie). Perfetto anche con formaggi di media stagionatura. Temperatura di servizio 16-18 °C