Cosa fare se il gatto graffia o morde

Non è una cosa strana, in natura è un predatore. Ma ora che vive a casa nostra possiamo aiutarlo a canalizzare i suoi istinti in maniera corretta
 

Mentre lo accarezziamo e sta facendo le fusa, si ribella e ci graffia. Oppure ci fa gli agguati dietro l’angolo. O ci morde la mano mentre stiamo giocando. Il nostro gatto è un tenero amico che si può trasformare in una belva feroce? Come per tutto quanto riguarda i comportamenti dei nostri animali domestici, la prima domanda da farsi è “Perchè lo fa?”. Ci aiuta a capirlo Daniela Mercorella, medico veterinario comportamentalista.

È un predatore
«Occorre considerare l’etologia del gatto, ossia il suo comportamento naturale», premette la specialista. «Il gatto è un predatore, con attività principalmente notturna. Non è un caso che si svegli verso sera, dopo una giornata di sonno, e si “scateni” nel gioco con gli umani». Certo, l’ambiente domestico non gli consente di esprimere al 100% la sua natura con comportamenti che per lui sono necessità, ma che dal nostro punto di vista non sono accettabili. «Per esempio, il gatto vive la casa in modo tridimensionale, ne esplora tutti i lati, pareti comprese: quando è possibile, sarebbe bene lasciargli spazi da conquistare, magari liberando delle mensole dove possa arrampicarsi senza fare danni», consiglia la veterinaria.

Se graffia durante il gioco
Graffiare e mordere sono espressioni del suo comportamento predatorio. Per questo, durante il gioco con gli umani, il gatto può eccitarsi, perdere il controllo e attaccare: a farne le spese spesso sono le nostre mani o le nostre braccia. «Bisogna sapere che è un animale che vuole sempre arrivare alla consumazione del suo istinto, ovvero prendere la preda. Se si gestisce in modo sbagliato il gioco, esagerando e sovraeccitandolo, si può arrivare a conseguenze gravi, in un’escalation di aggressività del gatto (come attacchi e agguati a sorpresa), che però è stata innescata e incoraggiata dall’amico umano», mette in guardia la dottoressa Mercorella. Il consiglio? «Meglio non giocare fisicamente con il gatto, a tu per tu. Di gran lunga preferibile è usare degli oggetti, come palline, gomitoli, fili con attaccata una piuma: ognuno di questi può rappresentare agli occhi del gatto una preda e regalargli molte soddisfazioni. Attenzione, però: mai lanciare la pallina verso il gatto. Ne sarebbe turbato: nessuna preda andrebbe mai verso il predatore. La preda scappa, quindi l’oggetto va tirato nella direzione opposta».
Bisogna dedicare ogni giorno del tempo (almeno mezz’ora) a questi tipi di gioco che costituiscono una corretta attività ludica. «Meglio farlo verso le ore serali, così il micio attiva la sua motivazione predatoria, si stanca e poi è bello soddisfatto e rilassato. Durate il giorno, quando magari il gatto è solo in casa, è consigliabile lasciargli una bottiglietta di plastica bucherellata con dentro delle crocchette: è una “preda” che gradirà molto. La prima volta sperimentate il gioco in vostra presenza, per accertarvi che il gatto riesca a trarne soddisfazione. In alternativa, si possono nascondere le crocchette su una mensola su cui riesce a salire (e dove non può fare danni). Sono modi intelligenti di canalizzare attraverso l’attività ludica la sua attività predatoria».

Se non ama essere accarezzato
In generale, il gatto non tollera molto le nostre carezze. Anche quando è lui a venire in cerca del nostro contatto, è subito soddisfatto e si infastidisce se si esagera. «Per il micio, un eccessivo accudimento è fastidioso. Siamo noi ad avere bisogno di accarezzarlo, spesso per scaricare le nostre tensioni, più di quanto sia a lui gradito», spiega la veterinaria. La tolleranza alle manipolazioni è soggettiva, varia da gatto a gatto, ma dobbiamo ricordarci che comunque ogni micio si può stancare; lo comunica attraverso alcuni segnali di disagio: si lecca il labbro, sbadiglia, si irrigidisce, si mette sul fianco (significa che si prepara ad attaccare), muove la coda, fino ad abbassare le orecchie. Se l’amico umano non capisce e continua ad accarezzare, il gatto comprende che l’unico modo per interrompere la manipolazione è graffiare: non solo lo farà, ma la volta successiva, avendo dedotto che è il sistema giusto per farvi smettere, anticiperà la graffiatura. «Meglio fermarsi ai primissimi segni: se si è sensibili ai suoi segnali e si anticipa lo stop alle carezze, si evita che il gatto si prepari all’attacco. Anzi, l’ideale è procedere per abituazione, anziché per sensibilizzazione: coccolarlo per pochi secondi e poi smettere. A poco a poco, accetterà di più le carezze», assicura la dottoressa.
Ovviamente, tutti i componenti della famiglia devono agire allo stesso modo: una comunicazione chiara e coerente aiuta la gestione serena della convivenza quotidiana.

Cosa fare dopo il graffio o il morso
Se, nonostante tutte le buone strategie messe in campo, al gatto scappa un graffio o un morso, la cosa giusta da fare è interrompere immediatamente e momentaneamente la relazione, allontanandosi. In questo modo si “spegne” la carica conflittuale dell’animale.
Non bisogna invece ricorrere a punizioni che lo frustrano oppure al contrario eccitano, senza alcuna utilità. No anche al “NO” esclamato ad alta voce: certo ottiene l’effetto di spaventarlo e allontanarlo, ma stimola la sua competitività (i gatti sono molto competitivi!), per cui resta carico, anzi addirittura aumenta la sua conflittualità.