Marche, i viniche profumano di mare

Cerniera tra Nord e Sud, le Marche sono anche terra di grandi vini e di una vastissima varietà di vitigni con cui sbizzarrirsi nel bicchiere

La presenza nelle Marche di ben 5 vini Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) e 19 vini Doc (Denominazione di origine controllata) è la prova della varietà offerta da questa regione. Il clima fa la sua parte: è infatti particolarmente favorevole alla vite, grazie alle brezze che dal mare salgono verso l’interno percorrendo le assolate colline marchigiane che si succedono dal Metauro al Tronto, allineate e degradanti sul mare Adriatico.

IL VERDICCHIO
Il Verdicchio è conosciuto tra i grandi vini bianchi italiani per la sua sorprendente versatilità: può infatti essere gustato giovane, già nella primavera successiva alla vendemmia, oppure dopo un affinamento prolungato in cantina che gli regala un grande equilibrio gustativo.
Nella versione Riserva, il Verdicchio dei Castelli di Jesi è uno dei più grandi vini bianchi italiani e non solo, capace di evolversi con il tempo. Dalle percezioni olfattive delicatamente fruttate, tipiche del Verdicchio giovane, già dal secondo anno raggiunge la maturità, con note vegetali e minerali in continua evoluzione, anche oltre i dieci anni dalla vendemmia, mantenendo un colore tenue dalle nuance verdoline, luminosissimo.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi si può abbinare a tutti i piatti della cucina marchigiana e a molti piatti di pesce, si accosta bene anche alle carni bianche con salsa, purché non siano eccessivamente grasse, oppure ai funghi e ai formaggi.

Poi c’è il Verdicchio di Matelica: l’enclave di Matelica ha prodotto nel corso del tempo una particolare selezione del vitigno Verdicchio, che lo rende unico. La versione Riserva ci regala un vino dalla struttura importante, capace di regalare sensazioni gusto-olfattive variegate che gli conferiscono grandissima longevità, che nelle grandi annate può superare i vent’anni di evoluzione.

Il Verdicchio di Matelica può essere utilizzato come aperitivo o abbinato a piatti di pesce o a primi piatti con condimenti vegetali o di mare. Si accompagna spesso a zuppe di pesce e a pesci al cartoccio o al forno, ma è ottimo anche con le carni bianche.

L’OFFIDA
Tra le denominazioni minori, ma di grande pregio, c’è la “Offida”, riconosciuta come Doc nel 2001 e dal 2011 Docg, che prende il nome da un antico comune situato nella provincia di Ascoli Piceno, già famoso per il carnevale storico. I vini di punta qui sono prodotti con due vitigni autoctoni a bacca bianca, Passerina e Pecorino. L’Offida Passerina è un vino dal colore giallo paglierino, con riflessi dorati, dai profumi tipici di frutta tropicale, di fiori bianchi e ginestra. Va consumato abbastanza giovane, di solito non oltre il secondo anno di vita, ed esiste anche nella versione spumante e passito. L’Offida Pecorino è un vino con buon livello di acidità, colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, profumo caratteristico e gradevole, con note di fiori bianchi, ananas, anice e salvia; in bocca è secco, caratteristico, sapido, fresco e con un retrogusto persistente.

LA VERNACCIA
Da provare assolutamente è la Vernaccia di Serrapetrona, che è stata la prima Docg delle Marche, prodotta nelle versione spumante secco e dolce. Una tipologia enoica che ha un primato mondiale: è l’unico spumante al mondo, che si ottiene mediante tre fermentazioni. Secondo la tradizione, si offriva polenta di mais con la “sapa” (condimento a base di mosto) e Vernaccia spumeggiante. Oggi si abbina di solito con il dessert: esalta la pasticcera secca e i biscotti. Nel tipo secco, è apprezzato accostato a formaggi piccanti e semiduri, oltre che a carni più sostanziose, a bolliti salsati e alla mostarda
di frutta.

IL ROSSO CONERO
Sul fronte dei rossi, il Rosso Conero (Montepulciano min 85%, Sangiovese max 15%) è la denominazione che esprime la territorialità di Ancona, capoluogo delle Marche. L’area di produzione è limitata, circoscritta al comprensorio del Monte Conero, unico promontorio della costa italiana Adriatica compresa tra Trieste ed il Gargano:
condizioni ambientali uniche, che donano al vino un colore rubino, brillante, profondo, intenso. Nella versione Riserva esprime tutto il suo potenziale con un periodo minimo di 12 mesi di affinamento in legno e 6 mesi in bottiglia. Il risultato è un vino di grande caratura, capace di mantenersi per lunghi anni.
Il Rosso Conero e il Rosso Conero Riserva si abbinano a piatti a base di carni cotte alla brace, in particolare alla cacciagione arrosto al profumo di alloro.

Grandi annate

Oltre a essere stato il primo vino a comparire su un’etichetta, nel 2018 il Verdicchio dei Castelli di Jesi ha festeggiato i 50 anni come Doc. Oggi è uno dei vini bianchi italiani più longevi, se non il più longevo, capace di invecchiare con grande eleganza, per merito della sua grande struttura, della sua acidità e dell’elevato tenore alcolico.
Alcune tra le annate migliori? 2008, 2005, 2000, ma potete spingervi anche oltre: gli esperti assicurano che una bottiglia di Verdicchio del 1994, 1991 o addirittura 1988, se conservata correttamente, vi stupirà per freschezza e varietà di sfumature aromatiche. Altro primato del Verdicchio, sia Castelli di Jesi sia di Matelica: è il vino bianco più premiato dalle guide italiane negli ultimi anni. Nonostante questo, il prezzo medio del Verdicchio è rimasto, considerando il rapporto qualità prezzo, tra i più popolari d’Italia. Un motivo in più, non di poco conto, per correre ad assaggiarlo.