Di che Natale sei?
Tradizionale
È il Natale collaudato. Quello che ci fa sentire più a nostro agio, anche se siamo super impegnate e se la cena della vigilia o il pranzo del 25 si farà a casa nostra.
Dunque, cominciamo a programmare e a stabilire il budget. Il segreto? Coinvolgere madri, sorelle, cognate nella preparazione dei piatti. Deciso il menù, ci sarà chi si occupa degli antipasti, chi dei primi, dei secondi e dei dolci. La padrona di casa dovrà provvedere alla lista dei vini e al resto delle bevande (aperitivi, spumante, analcolici…). Frutta esotica e di stagione non possono mancare. Seconda fase: gli addobbi della casa. Per il Natale nel segno della tradizione nessun dubbio: ci sarà l’albero. Da decorare con palline monocolore - rosse, dorate, argentate - e illuminare con fili di luci bianche. Sotto, si disporranno pacchettini per ciascun invitato. Prima dell’arrivo degli ospiti, oltre ad apparecchiare la tavola secondo le più collaudate regole di bon ton, bisogna scegliere la musica di sottofondo per regalare all’atmosfera un tocco in più.
Innovativo
A volte, specie tra i giovani, c’è voglia di nuovo. Dunque, basta abete, palline dorate e pranzi in pompa magna. Per quanto riguarda gli addobbi, nulla vieta di sostituire l’albero con rami di nocciolo o qualche altra essenza, spruzzati con vernici colorate e ornati con ciondoli fantasiosi: portafortuna etnici, scacciaspiriti tibetani, acchiappasogni dei pellerossa, occhi di Allah turchi, sonagli indiani… Niente tavola apparecchiata con doppi piatti e tripli bicchieri, ma tovaglia e tovaglioli
di tela écru, posate spaiate recuperate da vecchi servizi o nei mercatini, piatti e bicchieri in carta (ce ne sono di bellissimi, di design). L’importante è evitare l’effetto pic-nic, mentre va accentuato il senso di allegria, di trasgressione. Anche nel caso si scelga un ancora più informale buffet. Il menu, va da sé, sarà fusion: con falafel, tabulé (specie di cous-cous più grande con uva passa, pinoli, pomodorini), cebavici (è un piatto croato: polpettine miste di manzo e maiale), pinzimonio fresco, potage di porro o cipolla rossa e, per quanto riguarda il pesce, un’allegra tartare, spiedini o gamberoni alla catalana. Gli abiti casual in questo caso sono di rigore, senza rinunciare a qualche tocco chic nei dettagli o negli accessori. Quanto ai regali, ciascun ospite ne porterà uno e, alla fine, sorteggio.
Ecologico
Le feste sono spesso associate al consumo e allo spreco, ma rendere verde il bianco Natale non è un’impresa impossibile. La prima cosa da fare è orientare le spese in senso ecologico: le pietanze sulla tavola del cenone o del pranzo devono avere come base ingredienti genuini e di stagione. Meglio scegliere prodotti biologici e optare per un menu mediterraneo. Sì quindi a pasta, cereali, legumi, verdura e frutta. Prestiamo attenzione anche alle quantità, in modo da evitare sprechi. L’albero, simbolo irrinunciabile, può essere sintetico. O meglio: sagomato in un pannello di legno o di cartone robusto. Sarà così possibile riutilizzarlo evitando disboscamenti. Un’altra alternativa consiste nel procurarsi i cimali: i rami scartati durante la potatura degli abeti da legname. Anche per gli addobbi esistono ornamenti naturali, facilmente reperibili - e soprattutto biodegradabili - come pigne, pupazzetti di pasta salata e fiocchi di rafia. Stiamo attenti al risparmio energetico: orniamo pure la casa con lucine colorate, ma evitiamo di lasciarle accese ininterrottamente e cerchiamo di preferire quelle a basso consumo. Importante anche la scelta dei doni da mettere sotto l’albero; quelli orientati all’ecologico sono molti. Basta uscire un po’ dai soliti schemi e lanciarsi in regali utili, come un biglietto per un concerto oppure, per non essere solo verdi, ma anche solidali, l’iscrizione ad associazioni no profit. Un altro piccolo accorgimento consiste nel riciclare carta e nastri. Anche le pagine di vecchi giornali e fumetti sono perfette per creare bellissimi pacchetti. Se proprio non troviamo nulla da riutilizzare, optiamo per la carta ecologica rigenerata.
A data differita
C’è chi per motivi di lavoro, di salute o altro, il giorno di Natale lo trascorre in viaggio o di turno sul luogo di lavoro. Comunque lontano dalla famiglia. In questi casi, non si può fare altro che stabilire una data, prima o dopo il fatidico 25, per ritrovarsi, scambiarsi doni e trascorrere una giornata in allegria. Senza rinunciare al pranzo delle grandi occasioni, agli addobbi, ai regali. Insomma: a tutto ciò che fa la Festa, proprio con la maiuscola. Per la data fatidica può invece bastare un bel panettone gastronomico da condividere con i colleghi di lavoro, annaffiato dall’immancabile spumante.
Colonna sonora (ci sarà pure un vecchio lettore cd da qualche parte) con i più tradizionali canti di Natale: Jingle bells, Bianco Natale, Tu scendi dalle stelle… Ciò che in un contesto familiare farebbe troppo kitsch, in assenza di altro crea l’atmosfera giusta. Buon Natale!