Deco sta per Denominazione Comunale di Origine e designa prodotti e preparazioni gastronomiche tipiche ed esclusive di un territorio molto limitato. Ebbene, Bobbio, il centro più importante della Valtrebbia, nell’Appennino piacentino, ne vanta addirittura cinque: maccheroni al sugo di stracotto, lumache in umido alla bobbiese, bracchettone, croccante e torta alle mandorle. Vale la pena conoscere meglio queste specialità, anche perché tra novembre e dicembre ci sono in calendario numerosi appuntamenti a tema, che offrono il destro per più di una degustazione. Magari accompagnata da un calice di Trebbiano o Colli piacentini Doc.
Di festa in festa
I maccheroni sono il piatto tradizionale che si prepara per la festa del patrono, san Colombano, il 23 novembre. Farina (grano tenero e duro al 50%), uova (3 intere e un tuorlo), olio e acqua sono gli ingredienti della base mentre ben più complicata è la preparazione del sugo di stracotto (carne di manzo e cipolle) che guarnisce il piatto. Anche il bracchettone (ar bragtòn in dialetto) appartiene alla tradizione natalizia. È a base di carne di maiale (spalla) disossata, speziata, cucita nella sua cotenna e fatta stagionare tra due tavole di legno. Si può gustare caldo, in fette piuttosto spesse accompagnate da verdure, o freddo, affettato come un normale salume. Il clou gastronomico, ovvero il piatto della vigilia di Natale, sono le lumache in umido alla bobbiese. I molluschi vengono raccolti durante il letargo (quindi non in periodo riproduttivo) e sono “opercolati” cioè con il guscio chiuso da una membrana. L’8 dicembre si tiene la Sagra della lumaca in concomitanza con il Mercato Agricolo e il Mercato di Campagna Amica. Lo stesso giorno iniziano anche i Mercatini di Natale. Sempre al periodo natalizio si legano anche i due prodotti dolciari Deco: il croccante bobbiese e la torta di pasta frolla con ripieno alle mandorle. Oltre a quelli citati, negli ultimi due mesi dell’anno Bobbio ospita numerosi altri eventi. Il 23 e 24 novembre si tiene il Circuito delle Valli Piacentine, gara di regolarità per auto storiche, che richiama sempre un gran numero di appassionati delle ruote classiche. Infine, dal 24 dicembre al 6 gennaio 2025, Presepi in mostra, allestiti nelle vie del centro storico con possibilità di visite guidate.
In giro per negozi
In ogni caso Bobbio merita un viaggio anche per la sua storia e i suoi monumenti. È nell’elenco dei borghi più belli d’Italia e bandiera arancione Tci. Da vedere il castello Malaspina-Dal Verme, alla sommità della collina che domina il paese. Scendendo, un magnifico scorcio lo offre la strada del Castellaro con una serie di case porticate di epoca medievale. Da piazza del Duomo (sosta d’obbligo nella storica pasticceria Davico) vale la pena percorrere contrada dell’Ospedale animata di locali, negozi, bar tra cui il Ristorante-enoteca San Nicola ricavato in una chiesa sconsacrata. Con B&B. Per tisane e preparati di bellezza tappa all’Erboristeria san Colombano, mentre l’arte è di casa nell’atelier del pittore Andrea Arcaini. Particolare anche la Libreria A’ L’abri di Riccardo Mozzi: il titolare è geologo, guida e autore del libro Shamrock-Petali irlandesi in Val Trebbia, con itinerari escursionistici intorno a Bobbio (www.shamrocktour.it).
Monaci per la pelle
Autentiche icone del borgo sono l’Abbazia di san Colombano, nel cuore del centro storico, e il singolarissimo Ponte Gobbo, con le sue undici arcate asimmetriche e l’andamento sinuoso sul greto del Trebbia (anzi, della Trebbia, al femminile, come dicono qui). Nei locali dell’ex monastero sono stati ricavati due spazi culturali: il Museo dell’Abbazia e il Museo Collezione Mazzolini. Il primo conserva importanti pezzi dall’antichità al Rinascimento tra cui il vaso d’avorio con Orfeo che ammansisce gli animali. Il secondo ha quadri e sculture di arte moderna con nomi da De Chirico la De Pisis, Fontana, Pomodoro e altri. Visitabili su prenotazione mediante Cooltour (www.cooltour.it).
Del resto Bobbio non sarebbe Bobbio se non fosse proprio per san Colombano. Partito dall’Irlanda nel VII sec., viaggiò per mezza Europa fondando monasteri prima di approdare sulle rive del Trebbia, diretto a Roma.
Dove non arrivò mai perché morì poco dopo aver fondato l’abbazia che nel corso del medioevo divenne uno dei maggiori centri di cultura, famosa per il laboratorio di copiatura dei codici e la relativa biblioteca che arrivò a contare oltre 700 volumi. Un’enormità per l’epoca. Tanto che nei possedimenti del monastero si allevavano pecore e capre non per la carne o il latte, ma per la pelle. Da trasformare in pergamena per il lavoro degli amanuensi.
Mangiare e dormire
• Albergo Ristorante Nobile www.albergonobile.it Restaurato di recente, con cucina tradizionale e innovativa
Info&app
IAT Bobbio: tel. 0523962815 www.comune.bobbio.pc.it bobbio mon amour è la nuova app su cui trovare info, eventi, escursioni in città e nei dintorni
• Brugnello: campanile e spiaggi
Una manciata di case attorno al campanile e un pugno di abitanti: Brugnello è un borgo incantato a pochi km da Bobbio da cui si può godere di una vista spettacolare sui meandri del Trebbia, tra i pochi fiumi totalmente balneabili d’Italia. Le sue bellissime bianche spiagge ne fanno d'estate una meta “caraibica” a un’ora d’auto da Milano. Proprio sotto lo sperone roccioso su cui sorge Brugnello, c'è la spiaggia La Chiesetta affacciata su acque cristalline, ma si segnalano anche Dorba, San Salvatore, Della Fragolina e Berlina Beach, proprio nei pressi di Bobbio. E la spiaggia naturista del Secchiello.
• In cammino con gli abati
Per gli appassionati di trekking, Bobbio e le sue colline offrono possibilità anche nella stagione fredda dato che i percorsi non raggiungono mai quote elevate. Dal borgo passa la Via degli Abati (www.viadegliabati.com) che si snoda da Pavia a Pontremoli, in Lunigiana. Era parte del percorso compiuto dai monaci di san Colombano per recarsi a Roma, dal papa, oppure a Pavia, capitale del regno Longobardo. Una variante del precedente è il Cammino di San Colombano che, nel progetto, dovrebbe arrivare all’Irlanda lungo il percorsocompiuto dal monaco e dai suoi seguaci.
• Sul set con Marco Bellocchio
Per preparare un viaggio a Bobbio sarebbe utile vedere in che modo il paese è stato utilizzato dal regista come set per alcuni suoi film. A cominciare da I pugni in tasca (1965), opera prima girata nella casa di famiglia un poco fuori dal borgo, sulla via per il Monte Penice. Altri titoli sono il documentario Vacanze in Valtrebbia (1980), Sorelle Mai (2010) e i due recenti cortometraggi della serie Se posso permettermi (2021-24), il secondo dei quali presentato all’ultimo Festival di Venezia. Tuttavia il film che è più intriso di atmosfere bobbiesi e dove, anzi, il borgo e la sua gente diventano metafora dell’intero universo, è Sangue del mio sangue (2015) girato nel complesso delle Carceri, ex convento nel cuore del centro storico.